IL VESCOVO

B. IL VESCOVO

PAVIA (1986-2003)

b11Pavia, centro storico e cupola del Duomo

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SOMMARIO..............

B. 1. L’ordinazione episcopale

B. 2. Il primato della Parola

B. 3. Vescovo del post-Concilio

B. 4. Con i “suoi ragazzi”

B. 5. Più che un vescovo, un padre........................

B. 6. Parola e carità

B. 7. Date importanti

B. 8. Diocesi e non solo…

B.9. L’addio alla guida della Diocesi

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B.1. L’ordinazione episcopale

b11-1Mons. Volta ha da poco chiesto di rientrare in Diocesi [1] (il suo desiderio era sempre stato quello di fare il parroco di una piccola parrocchia, così da conciliare la cura d’anime con gli studi teologici) quando riceve la notizia: il 2 aprile 1986 è designato alla sede vescovile di Pavia. È ordinato Vescovo a Mantova, nella Basilica con-cattedrale di Sant’Andrea, dal suo Vescovo mons. Carlo Ferrari il 25 maggio 1986, Solennità della SS. Trinità, co-consacranti mons. Antonio Giuseppe Angioni, suo predecessore sulla cattedra di San Siro, e mons. Giuseppe Amari, che nel frattempo (1978) era diventato Vescovo di Verona. [2]

Consacrazione. Da sinistra: don Tassi (cerimoniere), mons. Ferrari e mons. Amari

Scriverà “La Cittadella” in occasione del suo 20° di episcopato: “Quasi a raccogliere subito l’eredità spirituale del suo Vescovo, le prime parole di mons. Volta furono di lode e di ringraziamento al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo presenza viva in mezzo a noi. Il Vescovo mi ha affidato la predicazione e mi ha indicato lo stile dell’annuncio. Non potrò non tenerne conto." E proseguì: "Saluto e benedico tutti, soprattutto i più indifesi, gli ammalati, gli anziani, quelli che si sentono soli e senza amore. ” [3]

Prende possesso canonico della Diocesi episcopo voltail 7 giugno 1986; l’ingresso avviene il 15 giugno 1986. [4]

Il primo saluto da vescovo, in S. Andrea

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B.2. Il primato della Parola

Il motto scelto, “In Verbo tuo”, scritto sullo stemma – la stella di Davide (Cristo) sovrastante il ponte a tre arcate (la Chiesa, segno dell’alleanza tra Dio-Trinità e l’uomo) –, costituirà il programma del suo ministero, programma annunciato già nella lettera pastorale inviata alla Chiesa pavese alla vigilia del suo ingresso in Diocesi, a cui resterà fedele fino all’ultimo: centralità della Parola di Dio – accolta, annunciata, celebrata, vissuta e testimoniata nel concreto delle scelte quotidiane personali ed ecclesiali – e, come naturale conseguenza, attenzione particolare agli ultimi, ai poveri di ogni sorta: a coloro che soffrono nel corpo o nello spirito: agli ammalati, agli anziani, ai carcerati e a tutti coloro che per qualche ragione si trovavano nella condizione di povertà e di emarginazione.

Gran parte degli annuali Convegni Pastorali diocesani ha come tema la Parola, dal primo del 1987 “La Parola di Dio fa la Chiesa”, all’ultimo del 2003:” La Parola attiva di Dio mediata dalle parole e dai gesti dell’uomo”. Dietro l’immaginetta dell’ordinazione episcopale il versetto del salmo: “Lampada ai miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino.” Nell’ultima immaginetta – quella della sua Messa al Carmine, la vigilia di Pentecoste 2011, nel 25° della sua ordinazione episcopale, la preghiera: “Padre nostro, / la tua Parola è stata luce / sul mio cammino, / il suo annuncio e la sua celebrazione / primo compito del mio ministero, / il tuo Spirito forza e consolazione / per i miei passi. / Nel tuo amore misericordioso / ho confidato, / in esso sta la mia speranza, / il modello del mio episcopato, / la mia pace”.

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B.3. Vescovo del post-Concilio

La sua opera di pastore si svolge tutta nello spirito del Concilio Vaticano II, le cui costituzioni dogmatiche vengono costantemente da lui citate e soprattutto applicate nelle sue scelte operative.

Vent’anni prima - Il 10 dicembre 1967, giorno dell’ingresso in Diocesi di mons. Ferrari a Mantova - la Cittadella aveva pubblicato il saluto e l’auspicio di don Volta al nuovo Pastore. Titolo: Attesa di un incontro, per un dialogo e una collaborazione. “Il Concilio ha aperto prospettive nuove, ha destato o confermato molti desideri nell'animo dei cristiani, tra cui due mi sembrano tanto vivi: una unità fatta di dialogo, non di silenzio; e una paternità, in chi è pastore, che si estenda a tutti, anche quando la debolezza o la stanchezza ci possono sorprendere.” Cita la Lumen Gentium al cap. III n 27 (la funzione di governo dei Vescovo) e conclude: “Venga Lei stesso e veda; venga ed ascolti; venga e ci sia padre, secondo lo Spirito che le viene da Cristo. … L'attendiamo quale segno vivo, efficace di Cristo tra noi e insieme quale segno efficace dell'unità della sua Chiesa.” [5]

Diventato lui Vescovo, paternità, incontro, dialogo e collaborazione diventano le linee guida del suo episcopato per poter essere “pastore buono”, attento alla concreta realtà del suo gregge.

“La Parola di Dio fa la Chiesa”: il “fare la Chiesa” è il suo primo e costante impegno con la predicazione della Parola e con la sapiente guida pastorale, favorendo il superamento di taluni campanilismi e valorizzando i diversi carismi per il bene comune. Si prodiga per l’edificazione di una Chiesa particolare sempre più coesa e al tempo stesso varia e vivace; incarnata nella specificità del suo territorio e fortemente inserita nella Chiesa Italiana (vedi i numerosi vescovi invitati in qualità di relatori agli annuali convegni pastorali) e nella Chiesa universale (vedi il costante riferimento alla Sacra Scrittura, ai testi del Concilio e al Magistero della Chiesa, esplicitamente citati a conferma e sostegno del suo Magistero). Una Chiesa non “introversa”, ma “estroversa” come ebbe a dire nella relazione conclusiva dell’ultimo Convegno Pastorale del settembre 2003. Una Chiesa “missionaria” prima di tutto nel mondo in cui vive.

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B.4. Con i “suoi ragazzi”

volta giovani    

Luglio 2011, lago di Carezza, campo-scuola di Castellucchio, ricordando i suoi ragazzi.

Dal primo giorno dopo il suo ingresso in Diocesi mostra quanto gli stia a cuore l’educazione dei ragazzi: la sua prima visita è alla Casa del Giovane, voluta da don Enzo Boschetti b13-1per l’accoglienza e l’impegno educativo dei ragazzi in difficoltà. Si attiva subito per il lungo iter che porterà al riconoscimento giuridico della comunità secondo il diritto canonico e, alla morte del fondatore, dà inizio in Diocesi al suo processo di beatificazione. [6]

la Casa del Giovane, fondata dal Beato don Enzo Boschetti

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11 ottobre 1996: il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro firma l'atto costitutivo della Casa del Giovane

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Dedica particolare cura alla pastorale dei giovani, con l’apertura del Centro diocesano giovanile, con incontri con gli studenti – soprattutto con gli universitari – e anche mediante settimane teologiche in montagna che organizza e dirige egli stesso.

Il ricordo del prof. Giuseppe Savarè circa i suoi anni trascorsi nella FUCI di Pavia lo ritraggono così com’era rimasto impresso anche nella memoria dei fucini mantovani già vent’anni prima: “Si vedeva subito che nei confronti dei giovani universitari mons. Volta aveva un carisma particolare. Ci colpivano la sua straordinaria umanità, la sua profonda cultura, la sua finezza intellettuale, la forza interiore della sua fede, la capacità di comprendere quel particolare periodo della nostra vita e di sapercene indicare gli aspetti e le prospettive più grandi e belle. Le sue parole non ci fornivano risposte preconfezionate né mai cercavano di convincerci a tutti i costi, ma abbracciavano la Parola per interpellare direttamente la nostra libertà e la nostra intelligenza. Potevamo così conoscere un uomo autentico e autorevole, che si poneva di fronte a noi con grande semplicità e che accettava con gusto tutte le sfide di quell'età, educandoci al desiderio di un sapere che aprisse nuovi orizzonti, alla ricerca critica che vagliasse scelte e convinzioni, alla introspezione attenta a formare un carattere e un cuore aperto”. [7]

L’ultima estate, quella del 2011, quando parteciperà al Campo Scuola della Parrocchia di Castellucchio a Pietralba, sotto la giacca a vento nera indosserà una maglietta rossa con davanti una grande scritta: “I tuoi ragazzi.”

Riserva molta attenzione alla pastorale della famiglia: durante il suo episcopato ogni anno scrive una Lettera alle famiglie pavesi [8] che fa stampare in grande quantità (della prima ne furono fatte 45.000 copie) e recapitare dai sacerdoti perchè le diffondano in tutte le case in occasione della benedizione pasquale.

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B.5. Più che un vescovo, un padre.

b17Chiostro del Seminario Vescovile di Pavia

Ma il suo primo pensiero – e quella che considera la sua maggiore responsabilità – sono i “suoi” sacerdoti; alla loro formazione, al loro aggiornamento e alla sua paterna vicinanza – e vigilanza - non lesina tempo ed energie.

Un segno della sua paternità fu quello di invitare i preti anziani che vivevano da soli a pranzare con lui in episcopio a Natale. Cuoca per tutti la sorella Emilia. Narra nei suoi “Fioretti” don Vincenzo: “E il Vescovo si alzava a servire, carico di quella bonarietà che mette subito a proprio agio.” [9]

Durante il suo episcopato (1986-2003) ordina 47 sacerdoti. Per conoscerli bene ad uno ad uno, tiene egli stesso ogni anno il corso propedeutico di Introduzione alla Teologia [10]. Nel marzo 1997, sentiti il rettore e il padre spirituale e docenti del Seminario, redige la bozza del Regolamento del Seminario che entrerà in vigore nell’anno scolastico successivo, presentato pubblicamente da lui stesso in un apposito incontro e attuato con piena soddisfazione degli interessati.

In quegli anni, dei 61 sacerdoti defunti molti ricevono da lui l’Olio degli Infermi, di quasi tutti celebra le esequie e di tutti scrive una breve biografia tratteggiandone il profilo umano e pastorale, pubblicata nei due volumi “Memoria e riconoscenza per i seminatori della Parola nella nostra terra”.

Anche dopo il suo ritorno a Gazoldo – pur con la massima riservatezza e discrezione – continua ad avere cura dei suoi sacerdoti, in particolar modo di quelli in difficoltà: va a trovarli se ammalati o ricoverati in Case di riposo, ne celebra o con-celebra i funerali, ha chi lo informa su quelli che lasciano il ministero, con relativo nuovo indirizzo e recapito telefonico. Si sente ancora responsabile del suo presbiterio, e in particolar modo dei sacerdoti da lui ordinati, da lui inviati “come agnelli in mezzo ai lupi.” Continua ad essere padre, nella consapevolezza che la paternità – quella delle famiglie così come quella della Diocesi o delle parrocchie – “non va mai in pensione”.

Attento a tutte le vocazioni, non manca di esprimere apprezzamento e gratitudine ai vari ordini religiosi operanti nella diocesi; inoltre nel 1987 promulga ufficialmente il cammino di formazione dell’Ordo Virginum [11]  . In Duomo, il 6 giugno 1992, durante la Veglia di Pentecoste, avvengono le consacrazioni delle prime sei ragazze che accompagnerà nel loro cammino spirituale anche quando diventerà Vescovo emerito, insieme alle consacrate di Mantova.

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B.6. Parola e carità

b13-2Nel Convegno pastorale diocesano del 1990 – Parola di Dio e carità – era emersa la necessità di provvedere al bisogno di alloggio per i parenti di ammalati che venivano da lontano, ricoverati negli ospedali pavesi: fu allora che nacque il sogno di una specifica casa di accoglienza. Dopo sei anni – il 15 settembre 1996 – viene inaugurata la “Casa della Carità”, istituzione diocesana espressamente voluta da mons. Volta per questo tipo di ospitalità. [12]

La Casa della Carità fondata dal vescovo Giovanni Volta

Un’altra Casa, nata durante l’episcopato del suo predecessore mons. Angioni, a cui mons. Volta esprime costante apprezzamento, vicinanza e solidarietà, è quella di Belgioioso, fondata da don Leo Cerabolini: la “Casa per l’Accoglienza alla Vita”, che ospita madri in difficoltà e bambini allontanati dalle loro famiglie d’origine.

Don Leo, donazione di Villa Bolchini, 21 giugno 2001

 

Gli annuali messaggi in occasione della Giornata della Vita evidenziano la piena sintonia del Vescovo con l'impegno profuso dal Centro di Begioioso; l’omelia alla Messa d’esequie del fondatore e la donazione di tasca propria di 30 milioni di lire per la costruzione delle nuove cucine ne sono l'inconfutabile prova. [13]

b13La Casa dell'Accoglienza alla Vita, fondata da don Leo Cerabolini a Belgioioso

Sollecito verso ogni forma di marginalità, istaura buoni rapporti con gli zingari del campo nomadi, dove almeno una volta all’anno va egli stesso a celebrare la Messa.

E anche per i carcerati ha segni di paterna vicinanza: in occasione del Natale, alla Messa celebrata in carcere segue puntualmente la sua visita cella per cella: per ogni detenuto ha una parola di conforto, un gesto di incoraggiamento. E, come è nel suo stile, alle parole fa seguire i fatti.

Il 1° gennaio 2001 riceve una bella forma di pane accompagnata da un biglietto di auguri: “Siamo un gruppo di detenuti che hanno frequentato in carcere il Corso per panettieri ed hanno pensato di farle gli auguri con questo omaggio concreto, frutto del loro lavoro svolto con la tecnica appresa nei mesi scorsi. Una via importante sia per occupare bene il tempo trascorso in detenzione, sia per disporci ad un futuro lavoro, una volta tornati liberi nella società. Per questo le chiediamo di favorire il permanere di questo Corso all’interno del carcere, essendovi il pericolo che venga sospeso.”

Si tratta dell’iniziativa promossa nel 2000 dal cappellano don Stefano Penna: un laboratorio per la produzione di pane destinato alla Casa Circondariale. L’appello non resta inascoltato: nasce la Cooperativa “Il Convoglio”, alla quale il Vescovo destina parte della somma raccolta in occasione della “Quaresima della carità”. Il “Convoglio” negli anni estende e diversifica la sua attività e – grazie anche al sostegno della Diocesi – viaggia tuttora a pieno ritmo.

Anche da vescovo emerito continua a ricevere da Torre del Gallo gli auguri: a cui risponde con espressioni di affettuosa vicinanza. [14]

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B.7. Date importanti

Venerdì 17 marzo 1989, antivigilia della Domenica delle Palme, ore 8,55: il crollo dell’antica Torre Civica in fianco al Duomo. Quattro le vittime, numerosi i feriti, gravi danni alle case circostanti e allo stesso Duomo.

“In questa immensa tragedia la carità spicciola della casa vescovile si faceva presente: con premura la sorella Emilia preparava le bevande calde per i soccorritori mentre il salone del piano terreno era stato adibito a centro operativo per autorità, volontari, giornalisti provenienti da ogni parte del mondo”. [15]

“La nostra città è stata colpita al cuore delle sue tradizioni e della sua storia - ha detto il vescovo, Giovanni Volta, nell' omelia funebre del 20 marzo; è accaduto d'improvviso, senza che lo potessimo prevedere. E ora si pongono tante domande: sulla nostra sicurezza, su quella dei nostri monumenti, sul senso stesso della vita.” Il vescovo ha voluto ringraziare tutti quanti sono intervenuti nei soccorsi, nella speranza che lo stesso senso di solidarietà regni anche in futuro per risolvere i problemi della città. Se il crollo della Torre Civica ha privato Pavia di una parte fondamentale della sua immagine, e ci impegna nella ricostruzione - ha concluso il vescovo - la nostra reazione morale dovrà essere l' immagine più vera dello spirito della città, per donarle uno splendore nuovo”. Il Duomo verrà chiuso per i necessari lavori di restauro e di consolidamento nel 1996. [16] Nel 1997, su indicazione di mons. Volta, il Ministero degli Interni nomina l'ingegner Gianpaolo Calvi presidente della Fabbriceria dalla Cattedrale; con lui mons. Volta fa l'ultimo sopralluogo nei primi giorni del luglio 2011. La chiesa verrà riaperta il 21 ottobre 2012: i fedeli potranno pregare e portar fiori sulla tomba del loro Vescovo. [17]

In applicazione alle direttive del Concilio, nel 1994 mons. Volta riesce a risolvere un complesso problema sorto nella parrocchia di Belgioioso che, in nome di un antico “ius patronatus”, riteneva essere suo diritto, in caso di sostituzione del parroco, il presentare candidati per l'incarico alle autorità ecclesiastiche e porre il veto al subentro nell'incarico di persone non gradite. In un clima di dialogo i toni inizialmente accesi si smorzano e la vertenza si compone nel riconoscimento delle prerogative episcopali. [18]

 

b14

La Certosa di Pavia

 

Nel 1996 si celebra il VI centenario della posa della prima pietra per la costruzione della Certosa (27 agosto 1496); in tale ricorrenza il Vescovo Volta riceve da Giovanni Paolo II una lettera in cui il papa sottolinea l’importanza del santuario mariano come luogo di preghiera e impartisce a lui e alla Diocesi la sua speciale benedizione. [19]

Il 9 aprile 1998 – Giovedì Santo - terminata la seconda visita pastorale alla Diocesi, indice il XX Sinodo diocesano secondo le indicazioni del Concilio: un cammino che avrà il suo compimento l’8-12-2002. Il precedente Sinodo si era svolto nel 1922.

Si prodiga per la beatificazione e poi per la canonizzazione di san Riccardo Pampuri (dichiarato beato il 4 ottobre 1981, e santo il 1 novembre 1989) e ne diffonde la devozione con incontri e con la composizione di preghiere [20]. Incoraggia la devozione al canonico Pizzocaro, Servo di Dio, allo zingaro beato Zeffirino, patrono degli zingari e anche per loro scrive e diffonde preghiere: che intercedano presso il Signore perché ci aiuti a seguire il loro esempio. Non sminuisce mai la devozione popolare verso la Vergine e i santi, ma la assume e – se necessario - la orienta più chiaramente verso Dio. [21]

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B.8. Diocesi e non solo...

Dice di mons. Volta don Roberto Romani, suo segretario per undici anni: “Se si guarda il suo profilo dal punto di vista carrieristico, ci si accorge dei tanti ruoli importanti che ha ricoperto. Ma mai una volta l’ho sentito sottolineare un suo ruolo, l’importanza di un documento scritto. Preferiva stare nelle retrovie ad ascoltare, senza vantare le sue competenze”. [22] E questo rende difficile ricostruire tutte le molteplici mansioni svolte oltre all’attività pastorale diocesana. Di primaria importanza è certamente il compito di presidente della Commissione ecclesiale “Iustitia et Pax” della CEI [23] in quanto coordina la redazione dei documenti “Uomini di culture diverse: dal conflitto alla solidarietà” (25 marzo 1990) e “Educare alla legalità” (4 ottobre 1991) [24].

Nel 1999, in quanto responsabile della Conferenza Episcopale Lombarda per la Carità, va in Kosovo, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana e dalla giornalista del “Il Ticino”, Daniela Scherrer, che così scriverà: [25] “Giornalisticamente, l’esperienza più bella della mia vita. Di giorno si girava sulla jeep tra le buchissime (come le chiamava lui) delle strade sterrate. Di notte non si dormiva dal freddo e dalla paura e ci ritrovavamo in cucina, in pigiama, a commentare quanto avevamo visto. Non era un Vescovo che guardava alla forma, ma alla sostanza dei rapporti. In quei giorni veramente ho toccato con mano la sua gentilezza d’animo: era il primo a preoccuparsi quando non stavo bene, il primo ad avere un gesto delicato. Lui, il Vescovo, voleva sedersi sui sedili posteriori perché davanti si stava più comodi. La stampa deve essere messa nelle condizioni di lavorare bene, sorrideva.”

 

Delegato dalla Conferenza Episcopale Lombarda alla presidenza dell’Istituto di Studi Superiori di Villa Cagnola (Gazzada, Varese), promuove il restauro e la ristrutturazione della villa settecentesca; nel 2001 ne inaugura il Centro convegni e nel gennaio 2004 tiene la relazione introduttiva del Convegno “L'evangelizzazione oggi in Europa e nelle nostre comunità: esperienze e proposte”. [26] Si dimette dall’incarico nel 2008.

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B.9. L’addio alla guida della Diocesi

Raggiunti i limiti d’età, dà le dimissioni. Lascia la Diocesi l’11 gennaio 2004, quando fa il suo ingresso mons. Giovanni Giudici; alle ore 16 nella chiesa del Carmine il passaggio di mano del Pastorale.

Per l’Epifania aveva celebrato la Messa, come tutti gli anni, alle 9,30 nel reparto di Pediatria e nel pomeriggio al Carmine alle 18, con il saluto alla Diocesi.

L’8 gennaio aveva guidato il ritiro spirituale per i sacerdoti in Seminario: era stato il suo saluto ai circa ottanta preti presenti e a tutto il presbiterio. E infine, il mattino dell’11 gennaio, aveva visitato gli anziani a Trivolzio, al Capsoni e dalle Canossiane in corso Garibaldi: l’ultima sua attenzione da "Vescovo titolare” era stato per loro [27].

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N.B.: I documenti citati nelle note di ciascuna delle tre sezioni della biografia sono disponibili in Biografia/Documenti. Nella numerazione delle note, le lettere A, B, C si riferiscono ad A. Presbitero; B. Vescovo; C. Vescovo Emerito. La numerazione che segue corrisponde al numero della nota in cui il documento è citato. Se nella stessa nota sono citati diversi documenti - come nella nota 14 della presente sezione - la numerazione sarà B.14.1.; B.14.2. ; B.14.3. a cui seguirà il titolo del documento in oggetto.

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[1] Vedi biglietto del 06-02-1986 in Biografia/Documenti.

[2] Vedi La Cittadella di domenica 20 aprile (l'annuncio) e di domenica 1 giugno 1986 (la cronaca dell'evento).

[3] Vedi La Cittadella, 09 giugno 2006, testo in Biografia/Documenti.

[4] Vedi Il Ticino.

[5] Vedi La Cittadella nel numero speciale del 10-12-1967 in Biografia/Ordinazione Episcopale.

[6] Vedi I sacerdoti lo ricordano, Il Ticino, 10-02-2012, p. 6, e documenti e testimonianze delle sue attività con i giovani. Per la storia della Casa del Giovane v. Camminare nella Luce, da http://www.cdg.it/bacheca/camminare/cdg_camminare_2011-09.pdf, opuscolo pubblicato nel 40° di fondazione della Casa, in Biografia/Documenti.

[7] Vedi Giuseppe Savarè, Quella scalata su Cima Presena, “Il Ticino”, 10-02-2012, pag. 9 in Testi/Ragazzi.

[8] Vedi di mons. Giovanni Volta, le annuali Lettera alle famiglie pavesi nella sezione Testi/Lettere alle Famiglie Pavesi e anche Lettere alla famiglia, della serie “I Quaderni del Consultorio”, Mantova 2013 nella sezione Testi/Famiglia.

[9] Vedi ad esempio la lettera a don Franco Tavazzi in occasina della morte di sua mamma e il testo di Vincenzo Migliavacca ne I “fioretti” di mons. Giovanni Volta, Supplemento a “In famiglia” n. 81, dicembre 2012 in Biografia/Documenti.

[10] Vedi ad esempio Volta G., Introduzione al mistero di Cristo e alle discipline teologiche, Seminario Vescovile di Pavia, corso semestrale, ottobre 1995-gennaio 1996 e Bozza del Regolamento del Seminario del 1997. Il regolamento costituisce una sorta di “sbocco operativo” di due precedenti scritti: Lettera ai seminaristi dopo la Visita Pastorale, del 20-08-1995, e Dopo la visita pastorale: Quale prete? del 1997. (v. sezione Biografia/Documenti).

[11] Vedi Roby Bressani su Il Ticino, 17 febbraio 2012 pag. 6 in Biografia/Documenti e testi dei Ritiri Spirituali alle Vergini in Testi/Ritiri Spirituali.Vedi anche la lettera alle Figlie della Carità di san Vincenzo de' Paoli nel 125° anniversario della loro presenza nella parrocchia di Ghignolo in sezione Biografia/Documenti.

[12] Vedi Vincenzo Migliavacca, I “fioretti” di mons. Giovanni Volta" e Daniela Scherrer su Il Ticino, sezione Biografia/Documenti.

[13] Vedi il primo Messaggio per la Giornata della Vita del 1987 nella sezione Test/Messaggi e la Omelia per l’esequie di don Leo Cerabolini nelle sezione Omelie/Esequie per i sacerdoti pavesi

[14] Vedi Il Ticino del 17-02-2012 pag. 9; biglietto di auguri citato, risposta del 3 gennaio del 2005, scambi epistolari vari coi carcerati e commento al testo papale Il Giubileo dei carcetati nella sezione Biografia/Documenti.

[15] Vedi Vincenzo Migliavacca, Fioretti, op. cit., pagg.138 e seguenti.

[16] Vedi Repubblica, 21 marzo 1989; di Enrico Bonerandi e e altri, pagine dei giorni precedenti e seguenti nella sezione Biografia/Documenti.

[17] Vedi 1996, La chiusura della Cattedrale in "I fioretti di mons. Giovanni Volta", op. cit, pagg. 144 e seguenti; per la nomina dell'ing. Gianpaolo Calvi su indicazione di mons. Volta vedi "la Provincia pavese" del 22 dicembre 2015: "Oggi l'addio a Calvi" di Anna Ghezzi, entrambi nella sezione Biografia/Documenti.

[18] [31] Vedi Vogliamo scegliere il parroco, Corriere della Sera, 10 settembre 1994 ella sezione Biografia/Documenti.

[19] Vedi Lettera di Giovanni Paolo II nel VI centenario della Certosa nella sezione Biografia/Documenti.

[20] Vedi San Riccardo educatore della salute dell’anima e del corpo, Piacenza, 30-04-2009 nella sezione Omelie/Santi e beati e Preghiere a san Riccardo nella sezione Testi/Preghiere.

[21] Vedi Preghiere varie nella sezione Testi/Preghiere.

[22] Vedi don Roberto Romani, Un Vescovo, ma soprattutto un padre, “Il Ticino”, 10-02-2011, p. 7 nella sezione Biografia/Documenti.

[23] Eletto dal Consiglio Permanente della CEI nella sessione 30 marzo – 2 aprile del 1987 per il quinquennio 1987-2002: S.E. mons. Giovanni Volta, Presidente, S.E. mons. Mario Cecchini, membro, S.E. mons. Vincenzo Rinedio, membro. Gli altri membri non Vescovi saranno nominati dal Consiglio Permanente nella sessione del 9-12 novembre 1987. Vedi Statuto della Commissione Iustitia et Pax e Lettera di nomina nella sezione Biografia/Documenti.

[24] Vedi i testi Uomini di culture diverse l'intervista subito dopo la sua pubblicaziome; vedi anche Educare alla legalità e Legalità, l'appello del vescovo Volta (da La Provincia pavese, commento di Stefano Pallaroni) nella sezione Biografia/Documenti.

[25] Vedi D. Scherrer, Il Ticino, 10 febbraio 2012, pag. 8 nella sezione Biografia/Documenti.

[26] Vedi Lettera di nomina in G. Volta, L'evangelizzazione oggi in Europa nella sezione Biografia/Documenti. Altri contributi: Presentazione di Questione ecologica e coscienza cristiana, Quaderni della Gazzada n.9, 1988; Prefazione a Educazione questione cristiana e questione civile, Quaderni della Gazzada n.12, 1991; Saggio in Le due culture, un incontro mancato? Quaderni della Gazzada n.18, 1998; L’azione di Carlo Colombo per la vita spirituale dell’Università Cattolica relazione al Convegno: “Mons. Carlo Colombo e l’Università Cattolica” svoltosi a Milano il 15 aprile 2005, v. relazione nella sezione Testi/Università Cattolica. Gli Atti sono pubblicati in Quaderni della Gazzada n. 25, 2005.

 

 

 

 

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